Dopo l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica cosa cambia? I nuovi scenari politici nell'analisi di Giuliano Pisapia.

Dopo l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica cosa cambia? I nuovi scenari politici nell'analisi di Giuliano Pisapia.

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PISAPIA sui nuovi scenari. Una intervista di “Affari Italiani”.

Dopo l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica cosa cambia? I nuovi scenari politici nell'analisi di Giuliano Pisapia.

Lo scenario che si aprirà alla politica subito dopo l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica sarà di sicuro cambiamento. Seppure sarà difficile pensare ad un azzeramento del passato, comunque tutti i commentatori sono d'accordo nell'indicare una fase nuova che potrà modificare (e si spera in meglio) il funzionamento del nostro sistema politico.

Una analisi dettagliata di questi momenti di passaggio è stata fatta da Giuliano Pisapia in una intervista con Affaritaliani, che riportiamo integralmente al Link qui in fondo.

Pisapia, che ha parlato a tutto campo, partendo dal ricordo di Davide Sassoli, si dice fiducioso sulla nuova fase politica e anche sull'ormai imminente appuntamento elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale della Lombardia.

Tocca anche alcuni punti di stretta attualità: la candidatura di Berlusconi e la clamorosa inchiesta su Grillo.

Riportiamo qui di seguito queste parti di strettissima attualità.

AffariItaliani: A proposito del Presidente della Repubblica cosa ha pensato della nuova discesa in campo di Silvio Berlusconi?

PISAPIA: “Non so cosa l’abbia spinto, ma penso che si tratti di un tentativo di presentare un’immagine di sé stesso diversa da quella che la maggioranza degli italiani ha. Credo che farà un passo indietro, prendendo atto di non avere i numeri, ma nel contempo dando un’indicazione di chi potrebbe essere il candidato giusto per lui. Berlusconi ha quindi l’occasione di presentarsi come colui che, di fatto, ha portato al Colle il nuovo Presidente. È tornato protagonista, cosa che si può fare non solo venendo eletto, ma anche in qualità di king-maker”.

AffariItaliani: A proposito di giustizia, tra pochi giorni ricorre il trentennale dell’arresto di Mario Chiesa (il 17 febbraio ’92, ndr), che segnò l’inizio di “Tangentopoli”. Lei ne fu protagonista nella sua veste di avvocato: che considerazioni storiche crede che si debbano fare in proposito?

PISAPIA: “È un tema interessante. Tornare a parlarne potrebbe aiutare tutti coloro che hanno avuto un ruolo nella vicenda a fare un’autocritica: giornalisti, avvocati, magistrati e anche la politica, ovviamente. Al di là delle diverse opinioni, servirebbe una riflessione collettiva per evitare il ripetersi di fatti del genere, ma soprattutto per fare dei passi avanti sul tema dello Stato di diritto, sulla presunzione di non colpevolezza e quindi sulle garanzie per tutti i cittadini. La giustizia deve essere celere, efficiente e garantista: per me questa è la sintesi di ciò che ancora oggi manca. Per realizzare le riforme, serve il contributo di tutti i soggetti coinvolti, ognuna ovviamente nella sua indipendenza”.

AffariItaliani: Oggi sulla graticola c’è Beppe Grillo. Proprio perché lei è molto garantista non le chiedo un giudizio sul caso specifico, però una riflessione sul reato di traffico di influenze illecite forse serve: non crede che sia persino difficile capire di che cosa si tratti?

PISAPIA: “Sì. Secondo me è stata una norma sbagliata, perché non è chiara e quindi può essere interpretata in modo completamente diverso di caso in caso. Nel nostro ordinamento c’erano già le norme per contrastare la corruzione e altri comportamenti scorretti, mentre questo reato non ha quella concretezza e quella coerenza che invece sono necessarie per temi così delicati. È una riflessione che non riguarda solo magistrati, avvocati e politici, ma tutti, perché deve essere chiaro che cosa è lecito e cosa invece no. La norma penale deve essere precisa e chiara da applicare”.

AffariItaliani:In qualità di avvocato, lei difende Mimmo Lucano e si è detto fiducioso nella possibilità di ribaltare la sentenza di primo grado, sebbene sia stata davvero molto pesante. Su cosa si basa il suo ottimismo?

PISAPIA: “La sentenza è stata molto pesante, ma a farmi ben sperare è la lettura delle 900 pagine di motivazioni. Peraltro quasi 600 di queste pagine sono piene di intercettazioni telefoniche, inutilizzabili sulla base delle indicazioni delle sezioni unite della Cassazione. Sono fiducioso in un cambiamento radicale per Mimmo Lucano, per evitare che chi si è impegnato per il bene della propria comunità finisca in carcere. C’è inoltre un tema più generale che riguarda i Sindaci, che talvolta rischiano di subire processi per delle iniziative compiute in buone fede, pensando all’interesse dei propri cittadini”. (...) 

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