Quello che occorre? Una forte medicina territoriale. E l'orgoglio di essere italiani, anzi...Italici!! Lo dice PIERO BASSETTI con un lunga intervista sul nuovo numero de l'Avanti che trovate in edicola.

Quello che occorre? Una forte medicina territoriale. E l'orgoglio di essere italiani, anzi...Italici!! Lo dice PIERO BASSETTI con un lunga intervista sul nuovo numero de l'Avanti che trovate in edicola.

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Quello che occorre?
Una forte medicina territoriale.
E l'orgoglio di essere italiani, anzi...Italici!!
Lo dice Piero Bassetti con un lunga intervista sul nuovo numero de l'Avanti che trovate in edicola.

di Sergio VICARIO

Piero Bassetti, 92 anni, laureato in Bocconi, formatosi negli Usa e poi alla London School of Economics, già militante della corrente sociale della Dc, assessore al bilancio a Milano, primo presidente della Regione Lombardia, deputato, presidente della Camera di Commercio meneghina, è stato il ‘valore aggiunto’ nell’elezione a Sindaco di Milano sia di Giuliano Pisapia, sia di Beppe Sala. Promotore della presenza organizzata nel mondo di una comunità italica, che condivide valori e trascende passaporti e confini, di cui ha scritto nel libro Svegliamoci Italici!, è attento osservatore e studioso dei cambiamenti sociali, economici, culturali e istituzionali che analizza attraverso la lente di ingrandimento del glocalismo.

L’emergenza, determinata dalla pandemia Covid-19, ha messo in evidenza, in particolare, le difficoltà dei rapporti tra lo Stato centrale e le Regioni…
“Non solo, Covid-19 ci costringe a riflettere sul fatto che siamo completamente immersi in un nuovo contesto. La globalizzazione, introducendo una dirompente dialettica tra territori e mobilità, ha messo in tensione la tradizionale coincidenza tra territorio, popolo, mercato e ordinamento, che caratterizzava lo stato-nazione nel chiuso della sua frontiera. Ma il virus ci porta oltre, non è fermo e non è in moto: è glocale. La glocalizzazione contiene il germe di altro, ben più grande e largo: ci spinge a pensare popoli che trascendono l’appartenenza meramente nazionale”.
Stato, Regioni, Comuni sono dunque strumenti obsoleti?
“In un certo senso sì! Basta rileggersi l’art. 114 della Costituzione che già parlava di Repubblica e non di solo Stato. Io credo, infatti, che la tensione cui, anzitutto, il nostro vecchio Stato è sottoposto, si debba al fatto che gli strumenti di organizzazione del potere nella nostra Repubblica non hanno ancora assunto la categoria del glocale che è ben diverso da quello ispirato al locale o al nazionale vestfaliano. È evidente a tutti che uno stabile superamento della pandemia richiede di perseguire la cosiddetta immunità di gregge tanto a livello globale quanto a quello local-nazionale”.Continua a leggere...

 

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