I Parlamentari europei oggi, mercoledì 16 dicembre, hanno approvato in via definitiva il regolamento volto a proteggere i fondi UE da un uso improprio da parte dei governi che non rispettano lo Stato di diritto.
Dal 1 gennaio 2021 i Governi UE che violano lo Stato di diritto rischiano di perdere l'accesso ai fondi UE.
Abbiamo chiesto un commento su questa importante decisione all'Avvocato Giuliano PISAPIA, Parlamentare Europeo.
di Giuliano Pisapia
Quando si parla di Europa spesso si generalizza. E quando si critica l’Europa, non raramente a ragione, si mettono sullo stesso piano istituzioni con posizioni spesso diverse: il Parlamento eletto dai cittadini, il Consiglio che rappresenta i singoli Stati. Il 23 luglio gli Eurodeputati hanno approvato a larga maggioranza il “fondo per la ripresa” (rectius: il NEXT GENERATION UE) di 750 miliardi di Euro. Una decisione che mette sullo stesso piano solidarietà e Stato di diritto, due pilastri dell’Unione europea, prevedendo che non possano beneficiare di tali fondi i Paesi che violano i princìpi fondanti della democrazia. Il 16 novembre Ungheria e Polonia pongono il veto e bloccano tutto. La Presidenza di turno del Consiglio Europeo la Germania, ha fatto di tutto per trovare una soluzione, all’inizio proponendo anche mediazioni inaccettabili. Da parte nostra siamo stati convinti fino alla fine che sacrificare lo Stato di diritto per timore di un salto nel buio sarebbe stato deleterio per il futuro dell’Europa.“Non dobbiamo mai negoziare per paura, ma non possiamo mai aver paura di negoziare”, diceva John Kennedy.E, alla fine, è stata raggiunta un’intesa, già votata all’unanimità dal Consiglio e che il Parlamento ha votato proprio oggi, 16 dicembre.Il mio giudizio, ne sono più che convinto, è che il voto di oggi è assolutamente positivo: l'approvazione infatti è avvenuta senza che ci siano stati passi indietro. Il “compromesso”, perciò, non modifica la norma già approvata dagli eurodeputati e, anzi, ribadisce che “L’Unione europea, i suoi stati membri e le sue istituzioni, sono impegnati a promuovere e rispettare i valori su cui si fonda l’Unione, compreso lo Stato di diritto”.E’ inoltre espressamente previsto – e mi sembra il minimo - che il meccanismo della condizionalità dovrà essere “obiettivo, equo, imparziale e basato sui fatti, garantendo l’equità dei procedimenti, la non discriminazione e la parità di trattamento tra gli Stati membri”. La novità sarebbe nel fatto che, in caso di ricorso alla Corte di giustizia, eventuali sanzioni saranno esecutive solo dopo la decisione della Corte: il che non mi sembra affatto irragionevole, anche se vi sono perplessità dati i tempi lunghi anche della Giustizia europea. Ma questo è un tema che riguarda quasi tutti i Paesi dell’U.E. e, più di tutti, il nostro Paese.