di Franco D'Alfonso
Non voglio entrare nel merito del recente DPCM, almeno in questa sede. La sua elaborazione, la circolazione della bozza prima e poi della versione firmata - (definitiva? si chiedono gli estetisti...) oltre a dare lavoro a schiere di "interpreti", di traduttori, di semplificatori della versione burocratese in direttive leggibili e comprensibili - non fanno altro che dare ragione a quanti, psichiatri, psicologi, sociologi od esperti vari di disturbi depressivi e di psicologia di massa, ormai son convinti che dallo stress acuto del lockdown di primavera si sia ormai passati ad un irrecuperabile stress caotico causato più dalla confusione normativa che direttamente dal Coronavirus.
Ma di questo c'è già ampio sollazzo nelle cronache quotidiane.
No, non è questo che voglio sottolineare. Mi preme bensì segnalare due punti che riguardano il movimento Civico in quanto tale.
Il primo concerne uno dei nostri valori essenziali: l'autonomia. Lo avevamo incarnato nei "Governatori“ regionali".
Ma che tristezza!!
Come scrive qualche amico ligure:
"trovo insolenti i Presidenti delle Regioni che fino ad oggi, nessuno escluso, si sono caratterizzati per il gran casino che hanno fatto. Capaci di strumentalizzare ogni situazione, ma incapaci di trovare soluzioni adeguate al caso. Tacessero una buona volta!!"
Soprattutto metterei in evidenza il fatto che dopo aver richiesto più poteri, quando glieli hanno concessi, o comunque proposti, sono scappati. Oppure, come stiamo assistendo in Lombardia, si polemizza solo per contrapposizione alla linea del Comune di Milano.
La seconda osservazione riguarda la geometria variabile delle misure a seconda degli ambiti regionali: sono ammirato di tutte le elaborazioni grafiche delle varie ipotesi di accorpamento regionale. Finalmente!! Vediamo - per ora solo graficamente - realizzarsi quello che abbiamo sempre detto, e ripetuto proprio all'inizio di questa crisi.
Quando indicammo un atto di coraggio a questo governo: la proposta cioè di una riforma costituzionale seria che avrebbe dovuto proporre il superamento delle regioni. Con uno Stato Federale con al massimo 5 macroregioni e poteri ben delineati (a potere deve corrispondere responsabilità).
Questo il nodo gordiano, il resto è un baloccarsi senza senso. Si può decidere per l’oggi guardando al domani. Questa è serietà politica e istituzionale.
Non la trattativa separata dei Presidenti regionali con lo Stato. Come dicono alcuni amici Civici dall’Umbria.
Per consolarci davanti al desolante paesaggio di queste ore non serve neppure ricordare che "l'avevamo detto"....
Guardare quelle aree rosse, verdi, arancione ci fa pensare ad una radicale revisione del sistema regionalistico, quella per funzioni strutturali per esempio...
"Crediamo invece - concludeva mesi addietro un nostro documento - che i cambiamenti istituzionali irrinunciabili, a partire da quello delle macroregioni, debbano essere realizzati attraverso la costruzione di una nuova “governance” basata su istituzioni rinnovate, che partano dai Comuni attuali - con le maggiori città in prima linea - e raccolgano e valorizzino lo spirito di comunità assicurato oggi dai Sindaci. Una nuova realtà dei Territori costruita sui flussi e le funzioni e non sui tratti di penna di una cartina geografica.
Il tempo per agire è adesso!"
Quell'adesso è oggi passato. E a noi non è più concesso neppure l'ottimismo della volontà!!