Di nuovo oggi qualche centinaia di rider con le loro biciclette hanno percorso le strade del centro di Milano. Come il 30 ottobre e ieri avevano già fatto. Manifestazioni a sorpresa e non autorizzate che incuriosiscono molto passanti o passeggeri di tram e autobus ancora in circolazione.
Ieri da Piazza Mercanti al Ticinese, fino poi alla stazione Centrale. Ed oggi da Corso Ventidue Marzo, via Larga, Duomo fino a Paolo Sarpi.
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Protestano contro l'accordo siglato tra Ugl e Assodelivery entrato in vigore dal 1 novembre: «Certe consegne ci vengono pagate 1,90 euro. Una miseria» dicono i manifestanti che però chiedono di bloccare l'entrata in vigore del nuovo contratto siglato tra Ugl e Assodelivery, che peggiora le condizioni di lavoro e in particolare i pagamenti. Tutte le piattaforme hanno peggiorato le condizioni per questi lavoratori. Prima, per una consegna si riusciva a guadagnare anche 4 o 5 euro, cifre sempre variabili in base a chilometraggio e tempi di attesa. Adesso molto meno.
Nonostante ci siano i sindacati ad accompagnare queste rivendicazioni, le controparti (Glovo, ecc.) non vogliono sentir ragioni. E hanno proposto un contratto collettivo al ribasso, respinto dai rider.
Mario GRASSO, sindacalista della Uiltucs è convinto che le condizioni non possono essere quelle di oggi e spera molto in un intervento del Governo.
C'è infatti un tavolo di discussione in programma per l'11 novembre. Il Ministero del Lavoro ha gia convocato un incontro tra Cgil, Cisl, Uil, la rete Rided per i diritti, Ugl e Assodelivery.
Assodelivery e Ugl naturalmente difendono l'accordo proposto:
«Con il nuovo contratto - dice Assodelivery - sono stati salvati 30mila lavoratori e un miliardo di fatturato del settore della ristorazione».
Da parte sua Ugl spiega come il contratto fissa un compenso minimo di 10 euro per ora lavorata, riconosce un incentivo minimo orario di 7 euro nelle città di nuova apertura, un'indennità per maltempo, festività, lavoro notturno e bonus per consegne effettuate, pari a 600 euro ogni 2.000. In più il contratto prevede dotazioni di sicurezza gratuite, obbligo di formazione, di copertura assicurativa e addirittura azioni di contrasto al caporalato.
Non c'è che dire, proprio un bel contratto!! Peccato però che è solo sulla carta: a sentire i rider le condizioni reali sono ben diverse. Ed è opinione comune che quella dei rider sia una forma di schiavitù legalizzata.
Come Alleanza Civica abbiamo da tempo reagito a questa situazione che spesso avviene sotto i nostri occhi. Laura SPECCHIO, nostra capogruppo in Consiglio comunale ha già da tempo presentato un odg con una idea innovativa.
"Abbiamo proposto - spiega Laura - di organizzare un servizio in convenzione con il Comune che serva anche ad aiutare la regolarizzazione degli stessi rider. Purtroppo non è nelle competenze del Comune quella di regolarizzare contrattualmente e normare la materia.
Noi comunque stiamo facendo tutto quanto possibile e ci batteremo in aula affinchè a questi lavoratori e giovani vengano riconosciuti diritti e dignità".
Comunque la Ministra del Lavoro Nunzia CATALFO ha convocato tutte le parti in causa per l’11.
E sul tavolo non ci sono soltanto le questioni salariali. La questione di fondo che andrà affrontata, come sottolineava Laura SPECCHIO, infatti è quella della regolarizzazione, della natura professionale dei rider.
Come dice Walter GALBUSERA su First Online bisognerà prevedere un inquadramento innovativo perchè i rider devono essere sia autonomi che dipendenti. LEGGERE QUI IL PERCHÈ.