L'ORA DELLA GUERRA, L'ORA DELL'EUROPA.
Una riflessione di Giovanni Cominelli sulla guerra in Ucraina e la storia delle guerre europee. Per le generazioni di oggi che non ne hanno mai vista una da vicino. Uno schock drammatico per l'Europa di oggi. Ma anche l'occasione per rafforzare la sua identità politica.
Editoriale da santalessandro.org
Settimanale on line della Diocesi di Bergamo
Venerdì 25 febbraio 2022
di Giovanni Cominelli
Ucraina: l'ora della guerra, l'ora dell'Europa.
Dunque, la guerra torna in Europa. Mancava dall’8 maggio 1945. Non che da allora non sia stato versato sangue, ma sempre in modica quantità, per così dire, e senza alterare i confini usciti dalla Seconda guerra mondiale.
Semmai, come nelle guerre civili jugoslave degli anni ‘90, si trattava di ritagliarne di minori tra le etnie, dentro quelli storici. L’atto di guerra barbarico – così definito opportunamente da Ursula von der Leyen - deciso da Putin alle prime ore del 24 febbraio, spezza brutalmente la pace europea.
Circoscrivere il conflitto nello spazio e nel tempo.
Un’illusione?
E’ solo il primo anello di una sequenza cause-effetti folle e incontrollabile? L’illusione di Putin - e forse la speranza inconfessata di molti troppo tranquilli europei - è quella di circoscrivere la faccenda: creare un governo filo-russo a Kiev, magari impiccare il Presidente ucraino – i sovietici lo fecero tranquillamente già con l’ungherese Nagy - e chiuderla lì. Purtroppo le due guerre mondiali precedenti raccontano un’altra storia.
Nel 1914 l’Austria pensò di sbrigarsela in un paio di settimane con la Serbia. A Hitler furono concessi, nell’ordine, l’Anschluss dell’Austria nel marzo del ’38, quello dei Sudeti nell’ottobre dello stesso anno… Stupisce l’assonanza delle motivazioni di Putin con quelle hitleriane: per proteggere la popolazione locale, oggi “russa” in Ukraina, ieri tedesca in Cecoslosvacchia.
Calcoli sbagliati e passi da sonnambuli hanno provocato decine di milioni di morti, disastri immani… A Teheran nel novembre del 1943 Churchill si augurava di aver messo in piedi almeno cinquant’anni di pace. La storia ce ne ha generosamente dispensato una trentina in più. (...)