Una “Fontana” di errori.

Una “Fontana” di errori.

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di Sergio Meazzi
 
La Regione Lombardia, che a oggi risulta essere una delle più importanti regioni d’Italia, ha messo in atto un’impressionante sequenza di indecisioni ed errori. In passato l’abbiamo conosciuta per le inchieste che hanno turbato la politica con cadute anche eccellenti, quelle sulla sanità culminate con l’arresto dell’ex Governatore Formigoni e sugli immobili pubblici con l’arresto dell’ex Assessore Zambetti.

 

Si pensava che tutto sommato, finita quell’epoca, ne cominciasse un’altra, non di mio gradimento ma sicuramente di rottura con il passato. Direi che questa speranza è stata definitivamente spezzata, non da condanne o inchieste (almeno per ora) ma dall’incapacità politica manifesta. Sia chiaro, abbiamo attraversato una tempesta chiamata Coronavirus, che ha spiazzato tutti e in particolare modo la Lombardia. Non voglio parlare dei terribili lutti che questa Regione ha subito (16.240 morti), ma di come ha gestito questa partita politica, tralasciando le cantonate dell’Assessore Gallera, umanamente schiacciato dalla pressione ma comunque privo di preparazione di base. Sicuramente vanno analizzate tutte le scelte effettuate e le conseguenti ricadute sui cittadini e gli operatori sanitari.

Per esempio la modalità e la conduzione dell’approvvigionamento delle mascherine con l’appalto affidato ad una azienda che, secondo l’ipotesi della Procura, ha creato un danno alla sanità Lombarda fornendo dispositivi non funzionali e quindi probabilmente inutili. In realtà, precedentemente, un primo ordine era stato fatto, addirittura, ad una ditta che aveva dismesso l’attività, queste scelte hanno fatto perdere tempo prezioso che in una situazione di pandemia è spesso fatale. Vi sono state altre decisioni messe in atto, come spostare i pazienti malati nelle RSA senza aver effettuato tamponi, oppure non spostare pazienti delle RSA malati in Pronto Soccorso. Modalità insolite e pressapochiste, anche in un periodo di normale gestione delle infezioni, figuriamoci in una emergenza sanitaria mondiale. Altre procedure sono risultate addirittura strane, una contraddiceva l’altra, per esempio sulla necessità di effettuare tamponi agli addetti sanitari.

A proposito di tamponi prima non necessari per la cittadinanza, così come i test sierologici e poi concessi a pagamento nelle sole strutture private. Insomma un pot-pourri non gradevole e maleodorante della gestione politica, sottolineo Politica, dell’emergenza sanitaria. Da poco è poi uscita la notizia che la moglie del Governatore e il cognato hanno fornito, senza gara d’appalto (cosa assolutamente lecita) camici per operatori. Anche in questa occasione la confusione fatta di smentite delle smentite ha regnato. Dall’ignoto sino alla “donazione” fatturata e verso la fine di Maggio stornata. Un Governatore indeciso non può continuare ad amministrare una Regione che, nonostante tutto, risulta essere una delle più grandi realtà economiche d’Italia. Credo che, politicamente parlando, i tempi siano ora maturi per le dimissioni.
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