Lombardia commissione d'inchiesta. Dopo le dimissioni di Baffi non perdiamo l'occasione di una commissione autorevole e libera da ogni condizionamento.

Lombardia commissione d'inchiesta. Dopo le dimissioni di Baffi non perdiamo l'occasione di una commissione autorevole e libera da ogni condizionamento.

Pin It
Anche Patrizia Baffi - esponente in Consiglio regionale di Italia Viva- la quale era stata eletta dalla maggioranza di centro-destra alla Presidenza della Commissione ed aveva accettato, in concomitanza con la posizione di Elisabetta, nel pomeriggio di venerdì 5 giugno, ha invece comunicato le sue dimissioni.

 "Rassegno le mie dimissioni dalla carica di presidente a far data da oggi, nella speranza che ciò possa contribuire a ristabilire un clima favorevole allo svolgimento dell'importante lavoro che ci aspetta".
Così  la Baffi ha scritto in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi, nella quale spiega la sua decisione precisando: "credo fermamente nell'importanza della Commissione d'inchiesta che avra' il compito di fare chiarezza sull'emergenza sanitaria che ha tanto segnato la nostra regione e le nostre vite e che dovrà anche portare all'avvio di un percorso di revisione della riforma sanitaria regionale, per sanare le carenze del sistema e superare le debolezze che sono emerse in questi mesi".
"Per il buon esito dei lavori della Commissione d'inchiesta-conclude quindi Patrizia Baffi- ritengo fondamentale la partecipazione e il contributo diretto di tutti i rappresentanti delle minoranze, senza i quali non ha nemmeno senso
avviare e far partire la Commissione".

L'elezione della Baffi, era avvenuta a scrutinio segreto nella seduta consiliare del 26 maggio, e aveva subito portato a un duro scontro tra maggioranza e opposizione: in segno di dissenso il Pd e il M5s, che sostenevano il consigliere dem Jacopo Scandella, avevano lasciato l'aula, accusando la Baffi di non essere una presidente imparziale ma coinvolta in 'giochi di palazzo', e avevano minacciato di creare una commissione d'inchiesta alternativa.

I componenti del Pd s'erano dimessi subito dalla Commissione e una settimana dopo, venerdì 6 giugno, anche i 5 Stelle formalizzavano le loro dimissioni. È stato a questo punto che Elisabetta Strada (esponente del Gruppo Lombardi Civici Europeisti in Consiglio regionale della Lombardia) aveva annunciato di rendere disponibile il suo ruolo: un gesto politico molto importante anche perché, con le concomitanti dimissioni della Baffi,  indicava una possibile exit-strategy che permetteva al PD di tirarsi fuori dall'angusto angolo cieco in cui si era cacciato su un tema così delicato. 
Nella speranza che si possa ora ragionare per trovare un accordo e non si continui questo braccio di ferro tra Pd e Lega, braccio di ferro che non porta a lavorare nè per il bene comune, nè per il buon funzionamento della Commissione.

Tutti questi passaggi, naturalmente, non sono stati privi di polemiche, soprattutto agli occhi di chi considera gli atteggiamenti assunti dal Pd una sorta di grave  'vulnus' al concetto stesso di deontologia politica interna alla sinistra.
 
BLOG COMMENTS POWERED BY DISQUS

Questo sito fa uso di cookie. Utilizziamo sia cookies tecnici sia cookies di parti terze. Può conoscere i dettagli consultando la nostra informativa della privacy policy.
Premendo OK prosegui nella navigazione accettando l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.