di Franco D'Alfonso
Se c'è una cosa che non può essere rimproverata al movimento Civico politico milanese, è di non aver fornito idee e prospettive politiche per la città.
Sin dai tempi della ‘primavera arancione’ di Pisapia i temi ed i valori della buona politica sono stati lanciati dagli allora sconosciuti candidati e poi consiglieri eletti nella maggioranza che ha aperto il decennio della nuova Milano.
Gli assessori Civici della giunta Pisapia furono quelli la cui azione caratterizzò -politicamente e nell'impostazione amministrativa- l'intera esperienza, arrivando ad essere un punto di riferimento per decine di Comuni, associazioni, liste Civiche di tutta Italia.
Furono sempre gli assessori Civici a togliere la candidatura dell'allora commissario Expo Sala dalle secche nelle quali era stata condotta sia da consiglieri troppo autoreferenziali che dalle prime difficoltà di un Pd che stava cominciando a rivelare crepe interne profonde che si riflettevano negativamente su Milano.
E più recentemente, è stato ancora il Gruppo Civico consiliare comunale, insieme a quello regionale, ad avanzare -anche nello stravolgimento della crisi della pandemia- idee e proposte non limitate allo scaricabarile fra istituzioni che troppe volte si è visto e si è dovuto subire.
Di fronte ad una attività politica ed amministrativa che invece sembra non volere, più che non potere, uscire da un'attività prevalente di “certificazione di bilancio” concepita come principale attività, i Civici che credono nella politica non demordono, anzi rilanciano, anche quando sono costretti ad assistere a riunioni di scarso o nullo significato politico per obbedire a cervellotiche procedure o a qualche nuova legge sulla “semplificazione” che in realtà rende più difficile e più lunga qualsiasi attività amministrativa, Alleanza Civica pensa che si possa tornare alla politica senza ascoltare i suoni turibolari di giornalisti ritornati idealmente alla vigilia della sconfitta del 2011 dell'allora Sindaco Letizia Moratti -da una settimana diventata di fatto Presidente (non eletto) della Regione Lombardia- quando scrivevano che una sua vittoria allora era scontata e che l'incertezza semmai era limitata soltanto al nome del Vicesindaco, che non sapevano se sarebbe stato leghista o forzista.
Alleanza Civica ha avviato subito, per citare solo un esempio, il dibattito sulla sanità territoriale e sul conseguente rapporto tra Comune e Regione essendo proprio questo il tema del prossimo futuro...
L'intenzione del centrodestra, il quale cerca di portare indietro di dieci anni le lancette dell'orologio, resta sempre quella di privatizzare ancora, di fatto, questa attività, spacciata per eccellenza a prescindere e che invece abbiamo dovuto scoprire in un dissesto vergognoso, dissesto che abbiamo dovuto toccare con mano un po’ tutti, chi più chi meno, ma sempre con un insopportabile dolore.
La nostra proposta alternativa è invece quella di rilanciare le Case della salute, un ruolo ed una ‘regia pubblica’ comunale per gestire dispensari, laboratori, medici di base e medici scolastici e sportivi che costituiscono una rete territoriale preziosa, ma per troppi anni avvilita e dimenticata.
Mai come oggi -come abbiamo già avuto modo di scrivere- si percepisce la necessità di andare ‘Oltre’ lo specchio di Alice, per citare il titolo dell'ultimo libro di PIERO BASSETTI, dove lo specchio da infrangere sono le istituzioni novecentesche ingessate che vanno a carburo nell'epoca del digitale; e che deliberano la spesa di un euro oggi, per avere un progetto o un cantiere aperto per spenderlo, non prima di due anni (almeno, quando va bene!); nel mentre viviamo nell'epoca del tempo zero delle distanze azzerate, e dove c'è chi agita assalti al Campidoglio con un tweet, o chi muove fantastiliardi di dollari, euro, yen con una App.
Mai come oggi anche il movimento Civico sente la necessità di alzare il livello della sfida e del proprio impegno, cercando di realizzare quello che non è mai riuscito a realizzare: portare a fattore comune i valori e le ‘best practices’ Civiche attraverso un confronto ed un lavoro comune che va Oltre: oltre i limiti dei confini comunali, della 'comfort zone' civica, dei problemi della propria comunità municipale dove ci si sente sicuri e si è rassicuranti, per cercare nuove soluzioni, un nuovo cammino, una nuova dimensione politica.
E' quello che cercheremo di fare con quello che abbiamo chiamato un Non-congresso civico, che si svolgerà via web in una sala virtuale il 29 ed il 30 gennaio prossimo: non-congresso l'abbiamo chiamato per seguire la metafora di Alice, come il non-compleanno festeggiato dal Bianconiglio, ma anche come un congresso per un non-partito che tale vuole rimanere: libero per il confronto con quanti, insoddisfatti dalle offerte presenti oppure incalliti militanti dell'ottimismo, non si adeguano al vuoto pneumatico e cercano qualche nuova via degna di un impegno.
Perché il nostro compito era e resta quello di essere un canale di accesso e partecipazione al Civismo politico, per la numerosa cittadinanza preziosamente attiva in politica, oltre e al di là delle etichette.