• concedere ai Comuni, alle Province e alla Città Metropolitana, per il 2020, di chiudere l’esercizio con un disavanzo di amministrazione, pari al massimo al 15% delle entrate consuntive, prevedendo il rientro da questo disavanzo nel prossimo triennio con l’approvazione del bilancio preventivo 2021-2023;
• dare facoltà di ristrutturare tutto il debito, che sarà coperto da nuove emissioni di debito, garantite da un impegno trentennale a rimborso pro quota degli obbligati;
• prevedere per l’esercizio 2020 e 2021 la libera disponibilità delle risorse provenienti da entrate per sanzioni al Codice della Strada e da tutte le altre fonti ad impiego vincolato;
• avviare una rinegoziazione nazionale ed europea per la cancellazione dei prodotti finanziari derivati.

Franco D'Alfonso, primo firmatario del documento approvato, nel suo intervento in Consiglio, ha spiegato molto bene quale è la posta in gioco.
Si tratta di un ordine del giorno apparentemente molto tecnico, ma che risponde con concretezza ai bisogni dei cittadini milanesi, a partire da quanti sono stati maggiormente colpiti dagli effetti del CoronaVirus.
«Non riteniamo accettabile che il dogma del pareggio di bilancio costringa la gente a subire, in questi tempi così difficili, anche il taglio dei servizi. Piuttosto, intendiamo predisporre un piano di rientro del disavanzo nel corso del prossimo triennio, perché siamo certi che Milano saprà non soltanto tornare ai precedenti livelli di produttività e benessere, ma anche andare oltre.