Se non c'è il Nord...L'Italia si rompe!!

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La deriva incontrastata del Governo: tra spinta centralista, frattura Nord-Sud e  vuoto di rappresentanza politica del Nord
di Franco D'Alfonso

E’ un dato di fatto e sarà meglio prenderne atto senza nascondere la testa sotto la sabbia : questi lunghi mesi di pandemia hanno allontanato il Nord e il Sud del paese.

Si è arrivati a leggere che per colpa della Lombardia l'intera Italia rimaneva in quarantena. Quando ogni sera, ai bollettini, si sente la percentuale dei malati partendo dal fatto che  il 40  o il 50 per cento è in Lombardia, anche se stiamo parlando di qualche decina di casi totali, si da’ un messaggio chiarissimo,  vedete dove e chi è  il problema.

E prima, durante il dramma della pandemia, c'è stata la battaglia senza quartiere tra la Protezione Civile, che ha dimostrato tutta la propria insipienza e la sua monumentale inadeguatezza, e le Regioni, una battaglia che ben presto è diventata tra governo centrale e Lombardia, tra governo centrale e Nord.

Ma è avvenuto qualcosa di più profondo,  questa situazione ha rimesso in discussione le autonomie, a partire da quella della sanità, in favore di una “rinazionalizzazione” che dovrebbe riportare ad una mitica età dell’oro e della salute di cui peraltro nessuno riesce a portare evidenza storica o scientifica.  Si è continuato sull’onda agendo allo stesso modo  sulla scuola, una competenza statale che viene delegata ai singoli presidi, scaricando su Comuni e Province il compito di trottare per mettere a disposizione dei neointronati “prefetti” scolastici aule, attrezzature, trasporti e quanto stabilito da linee guide stentoree negli obiettivi e vaghe nelle modalità .

La spinta centralista è diventata massima nella gestione della “montagna di soldi” annunciata dal Governo a reti unificate a partire dai tempi del “nessuno perderà niente” del pieno lock down . Trattandosi per il momento più che altro di  una “montagna di (nuovi) debiti”  sebbene annunciati con l’aria di chi ha vinto la lotteria di capodanno, il Governo si è trovato in mano l’arma totale, dal momento che il nostro decrepito assetto istituzionale, dopo le precipitose rabberciature inserite da Monti con la crisi del 2011, paralizza totalmente tutte le autonomie locali ed ha adottato due indirizzi importanti e potenzialmente pericolosissimi :  dopo aver detto che il problema è al Nord ed in Lombardia, ha preso misure (teoriche)  che per oltre il settanta per cento riguardano le Regioni non colpite duramente dall’epidemia ; e dopo aver detto che occorre salvare l’economia e le imprese ha concentrato la maggior parte degli interventi effettivi e non annunciati a misure di assistenza, all’ Alitalia e agli altri dossier  indirizzati verso un ritorno alla gestione ministeriale e statale dell’economia.

Questa deriva sostanzialmente incontrastata si è tradotta nel vuoto di rappresentanza politica del Nord  in un Governo nel quale non c’è un solo ministro o altro esponente significativo che sia riconosciuto come interlocutore e punto di riferimento  non solo per le imprese, ma perfino per gli enti locali e le città del Nord quando anche fossero, come Milano o la Regione Emilia, governati da maggioranze simili a quella che sostiene il Conte-bis. 

Il centro destra ormai sulle posizioni di Fratelli d’Italia e il Pd  orientato sull’asse del Sud con i Cinque Stelle sono impegnati in una lotta di potere tutta incentrata sulla gestione ai fini del proprio consenso della sempre attesa “montagna di soldi” in arrivo dall’ Europa, facendo finta di ignorare che le signore Von der Leyen e Merkel  hanno ben chiaro che il salvataggio dell’Italia passa per la rimessa in moto del cuore produttivo, economico e sociale  e non per il reddito di cittadinanza o di emergenza. Il pericolo che la sola Confindustria, tornata a presidenza lombarda, sia l’unica riconosciuta portatrice degli interessi delle Regioni più densamente popolate e con la maggior concentrazione produttiva è potenzialmente un pericolo gravissimo per la stabilità del Paese.

Non è mai successo dal 1945 ad oggi che Milano ed il Nord subissero un tale impatto da una crisi economica : nè gli shock petroliferi degli anni Settanta, né la deindustrializzazione degli anni Ottanta, nemmeno la crisi finanziaria del 2011 avevano determinato una caduta di tutti gli indicatori così importante e soprattutto maggiore che nel resto d’Italia.  Anche nelle ore più buie, il Nord è rimasto un passo e più avanti rispetto al resto del Paese ed è stato in grado di rappresentare un riferimento ed un traino per la ripresa, tanto che il tema è stato sempre come diminuire il gap e le diseguaglianze sociali che spesso derivavano da questa spinta.......  .........    .........
....... ...... Ma adesso la situazione è profondamente mutata : le grandi città del Nord sanno di dover affrontare una situazione mai vista prima d’ora, con un apparato istituzionale, politico ed economico che già da ben prima della pandemia era visto come irrimediabilmente inadatto ai tempi,  .........      ..........
............    La sfiducia nella politica e nel pubblico sta sordamente montando, spinta dalla vacuità delle promesse dei finanziamenti bancari per tutti o dai ritardi nell’erogazione della Cassa integrazione da parte di una Inps guidata da un incapace che si è pure inventato un inesistente attacco hacker nel giorno del disastro annunciato........... .............................................................. ...........        ..................................................
Il fatto che questa sfiducia non sia ancora sfociata in rabbia è dovuto proprio al fatto che la gente del Nord sta esplorando tutte le strade possibili prima di alzare eventualmente bandiera bianca e soprattutto il fatto che gli unici riferimenti politici sono i sindaci, i governatori e gli amministratori locali, indipendentemente dalle appartenenze politiche, soprattutto dopo che anche la Lega di Salvini ha definitivamente abbandonato l’idea di rappresentare il territorio con la scelta sovranista: il fatto che i cittadini milanesi abbiano dato in poche settimane 15 milioni di euro al sindaco di Milano Sala per  un “fondo di mutuo soccorso” destinato all’aiuto alle microimprese ed allo sviluppo di progetti di servizi urbani per la sanità territoriale o la scuola, che aziende  farmaceutiche ed associazioni di volontariato abbiano permesso al sindaco Gori a Bergamo di procedere a una campagna di tamponi di massa mentre Regione e Governo ne almanaccano una al giorno, ovvero il fatto che il governatore Zaia sia stato in grado di prendere decisioni tempestive e quotidiane e soprattutto accettate e sostenute dalla popolazione sulla gestione dell’epidemia, sono chiari segnali del fatto che la partecipazione di quelle comunità alle scelte comuni resta ancora altissima, soprattutto se raffrontata a quella bassissima alle scelte del governo e del Parlamento.

Non può sfuggire a nessuno che l’accentuato e potenzialmente irreversibile  ulteriore distacco di una zona colpita non solo dal virus ma anche dall'insofferenza sempre più ricambiata di gran parte dell'Italia avrà l’effetto del lancio di liquido infiammabile su un incendio già sviluppato ............ .......... ..........(puoi leggere l'articolo integrale su MONDOPERAIO di Luglio2020).

 

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