di Paolo Lombardi
È considerato altamente probabile il rinvio delle elezioni regionali e comunali dalla primavera (15 aprile – 15 maggio) all’autunno (15 ottobre – 15 novembre).
Quest’anno i numeri delle amministrazioni locali da rinnovare e i numeri degli elettori coinvolti risultano rilevanti se confrontati con le dimensioni nazionali complessive.
Regioni
Nel 2020 sono chiamate al voto 9 Regioni su 20. In due si è già votato il 26 gennaio (Calabria e Emilia Romagna), registrando la vittoria rispettivamente del centro destra nella prima e del centro sinistra nella seconda. Delle altre sette quattro sono attualmente rette da coalizioni di centro sinistra ( Campania, Marche, Puglia, Toscana), due sono governate da coalizioni di centro destra (Liguria e Veneto) e una è autonomista (Valle d’Aosta): Nel complesso viene chiamato alle urne il 47% degli elettori italiani.
Comuni
Il calendario elettorale prevede elezioni comunali in tutte le Regioni con una media a livello nazionale del 13% dei Comuni.
I Comuni coinvolti nel 2020 sono 1134 sul totale nazionale di 7.904, appartenenti per metà alle Regioni a statuto ordinario e metà a quelle a statuto speciale. I Comuni superiori - con più di 15.000 abitanti (più di 3.000 nella sola provincia di Trento) - sono 148; i Comuni inferiori sono in tutto 986 e il valore medio degli elettori è di 4.000 cadauno
Si voterà in tre capoluoghi di Regione (Matera, Reggio Calabria, Venezia) e in 15 capoluoghi di Provincia (Agrigento, Andria, Aosta, Arezzo, Bolzano, Chieti, Crotone, Enna, Fermo, Lecco, Macerata, Mantova, Nuoro, Trani, Trento).
La percentuale dei Comuni interpellati varia ampiamente da Regione a Regione: si parte dal minimo registrato in Emilia Romagna e Toscana ( dove per ognuno è convocato poco più del 3,3% ) per arrivare ai massimi in Val d’Aosta, con il 90%, e in Trentino Alto Adige con il 96% .