Al referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari,
Alleanza Civica del Nord
invita a votare
NO
NO ad una concezione totalitaria che vuole dare tutti i poteri a chi ce li ha già.
NO a chi vuole liberarsi da ogni possibità di controllo.
NO a chi vuole togliere ogni diritto di rappresentanza ai territori.
Basterebbe anche solo quest'ultimo punto per motivare il NO convinto di Alleanza Civica del Nord: per il Civismo federalista è infatti dirimente sopra ogni altra ragione soprattutto questa, ovvero la difesa della rappresentanza dei territori.
Se vincesse il "Sì", peraltro senza la necessità di un quorum, verrebbe infatti sacrificato in modo consistente proprio il rapporto abitanti/rappresentanti.
Al Senato, in particolare, dove l’elezione è su base regionale, la riduzione del numero dei senatori produrrà la conseguenza che resteranno escluse dall’attribuzione dei seggi quelle liste che, pur avendo superato la soglia di sbarramento a livello nazionale, non potranno usufruire dei resti per l’attribuzione dei seggi su base regionale, mentre risulteranno favorite le liste con i maggiori consensi.
Per favorire la demagogia e l'attuale interesse elettorale del Movimento 5 Stelle alcune parti dell’Italia saranno perciò rappresentate più di altre e qualcuna non lo sarà per nulla.
Questa riforma, infatti, concentrerebbe di fatto la rappresentanza politica nelle aree più popolose del Paese e, inoltre, senza garantire in modo adeguato le minoranze linguistiche.
Inoltre c'è un punto che va tenuto presente: votando "Si" resterebbe tuttavia in vigore il bicameralismo perfetto, quello cioè che tutti considerano alla base di disfunzioni e ritardi del nostro sistema, con un impatto negativo ben più consistente dei ‘risparmi’ ottenuti con la riduzione dei parlamentari!!
Ecco perchè hanno ragione quanti dicono che questo è un referendum cinico e baro!
E perciò Alleanza Civica del Nord vota NO.
Siamo inoltre convinti che se vincesse il referendum nuove modifiche seguirebbero portando non alla riforma bensì allo snaturamento della nostra democrazia.
Per ovviare al forte indebolimento della rappresentanza popolare con il taglio di 230 Deputati e 115 Senatori, occorrerebbe infatti prevedere forme alternative di partecipazione come, ad esempio, l’elezione diretta del Capo dello Stato e la riforma in senso federale della Repubblica su basi diverse delle attuali 20 regioni.
Con una riduzione del numero di deputati e senatori di circa il 40%, e di fronte ad eventuali future leggi elettorali maggioritarie, inoltre, il Presidente della Repubblica potrebbe risultare espressione della sola maggioranza parlamentare già al primo turno di votazione, indebolendo così il suo ruolo di garanzia.
Da ultimo ma non meno importante: se si continuasse ad avere leggi elettorali con listini bloccati e candidati nominati, le prossime legislature sarebbero composte da parlamentari quasi esclusivamente indicati dalle segreterie di partito, sottraendo al popolo il diritto di scegliersi i suoi rappresentanti.
Con la conseguenza che ciascun deputato e senatore finirà ancor di più per rispondere non agli elettori, ma a partiti sempre meno rappresentativi e sempre più privatizzati, concentrati a difendere il loro attuale interesse elettorale più che le regole della democrazia.
Preserviamo il diritto dei cittadini alla partecipazione politica.
Difendiamo la rappresentanza elettorale di ogni territorio.
Rafforziamo il potere degli elettori e non delle segreterie dei partiti.
AL REFERENDUM
VOTIAMO
NO